Per la nostra rubrica “Natura e Benessere” oggi parliamo delle proprietà, gli usi e l’habitat naturale del luppolo, uno degli ingredienti principali della birra ma non solo…
Le proprietà del luppolo
In una calda e torrida giornata sul finire dell’estate, camminando lungo un sentiero di campagna o vicino al margine di un bosco, e preferibilmente in prossimità di un corso d’acqua o di zone paludose, non sarà troppo difficile riuscire ad individuare siepi e cespugli abbondantemente avvolti da grovigli di steli erbacei adornati da numerosi grappoli di coni verde smeraldo: le infiorescenze femminili del luppolo. Ebbene sì, si tratta proprio del luppolo, una pianta appartenente alla famiglia delle Cannabaceae proprio come la canapa, e uno degli ingredienti principali utilizzati a partire dal Medioevo nella preparazione di una delle bevande più antiche e apprezzate dagli albori della civiltà: la birra.
Ma se è forse vero che la maggior parte di noi associa il nome di questa pianta alla birra, non è forse così scontato che lo associ anche ai campi incolti delle nostre campagne e più in generale a quelli di tutta Europa, e tanto meno alle numerose proprietà che questa pianta custodisce principalmente nel “luppolino”, una polvere resinosa giallo-arancio costituita da ghiandole secretrici di olio essenziale e resine che si formano alla base delle brattee verdi e membranacee che compongono le infiorescenze femminili del luppolo, raccolte appunto tra la fine di agosto e l’inizio di settembre.
Il luppolo, ma in particolare come abbiamo visto il luppolino, contiene un olio essenziale i cui composti principali sono humulene, mircene, cariofillene e farnesene. Inoltre contiene composti amari come lupulone e humulone, ma anche tannini, flavonoidi e sostanze estrogene.
Questa pianta vanta quindi numerose proprietà, in particolare è considerato sedativo, calmante, anafrodisiaco, amaro-tonico, digestivo, antisettico, aromatizzante, antiallergico, depurativo, diuretico e galattogeno. Sono quindi numerosi gli impieghi che si possono fare di questa pianta spontanea oltre alla preparazione della birra: dagli infusi per favorire il sonno, alle tinture, ai liquori e agli amari digestivi.
L’infuso di luppolo
Ecco qui una semplice ricetta per preparare un infuso di luppolo:
Mettere 0,5 g di infiorescenze femminili in infusione per 10-15 minuti in 150 ml di acqua bollente. Berne 2-3 tazze al giorno, e in caso d’insonnia 1 tazza prima di coricarsi.
Il luppolo in cucina
La tradizione etnobotanica europea e toscana individua inoltre nei giovani germogli primaverili del luppolo ingredienti prelibati impiegati nella preparazione di numerose ricette tradizionali come frittate, zuppe, torte salate, risotti, soffritti ed insalate, nella cui composizione si possono inserire anche giovani foglie di questa pianta, che si riconoscono per il lembo diviso in 3-5 lobi ovali, acuti all’apice e dentati.
Il luppolo nell’industria tessile e nella carta
Ma le potenzialità di questa pianta in realtà vanno ben oltre gli utilizzi fitoterapici e culinari, i tralci del luppolo contengono infatti fibre tessili di discreto valore simili a quelle della canapa, che possono essere impiegate nell’industria tessile e della carta.
I frutti, detti noci, contengono acido ɣ-linolenico e da foglie e fiori può essere ricavato un colorante naturale marrone.
Il luppolo per la birra
Detto questo non dobbiamo comunque dimenticare il ruolo del luppolo nella birra, dal momento che circa il 97% del luppolo coltivato a livello mondiale, principalmente in Germania e USA, è destinato all’industria della birra.
All’interno di questa bevanda il luppolo svolge infatti numerose funzioni, come quella di conferire il gusto amaro e l’aroma, permette la precipitazione di composti azotati, schiarisce il mosto di malto, agisce da antibatterico e incrementa e stabilizza la schiuma.
Il luppolo è quindi certamente una pianta coltivata nel mondo soprattutto come ingrediente che rientra nella composizione della birra, ma è anche una pianta medicinale ed alimentare che, come ricorda il suo nome latino Humulus lupulus, cresce spontaneamente su suoli umidi come i campi prossimi al Lago di Massaciuccoli. La parola Humulus si pensa infatti possa derivare dal verbo latino humeo, che significa “essere umido”, e fa chiaramente riferimento ai suoli umidi sui quali questa pianta cresce, ma potrebbe derivare anche dalla parola humilitas che significa umiltà, una dote di cui questa pianta si farebbe simbolo dato il suo portamento prostrato in assenza di supporti a cui avvinghiarsi.
Alice Downes, Dott.ssa in scienze erboristiche
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